Alcune "varianti" di SARS-CoV-2 sfuggono ai vaccini.
Di chi è la "colpa"?
Dei vaccinati o dei non vaccinati?
Domanda in questi giorni molto popolare e almeno altrettanto divisiva, su cui in troppi si accapigliano.
Nessuna delle due opzioni è corretta ma nemmeno è del tutto sbagliata.
I virus mutano (variano) spontaneamente, e le mutazioni (varianti) compaiono e scompaiono in continuazione.
La probabilità di diffusione per una determinata variante è legata soprattutto all'eventuale vantaggio che le sue caratteristiche le danno per moltiplicarsi più facilmente rispetto alle altre in un ambiente ostile.
Sono tre i casi tipici che il virus può trovarsi davanti:
il primo, una persona che non è mai venuta a contatto con SARS-2, quindi senza immunità.
In questo caso il virus può mutare ma non ha pressioni selettive che lo spingano a "sfuggire" alle difese immunitarie attraverso "varianti".
Il secondo caso è quello in cui un soggetto ha una immunità pienamente efficace, così SARS-2 viene neutralizzato prima di moltiplicarsi e diffondersi.
Rientrano nel terzo caso sia "vaccinati" che "guariti" nei quali non siano presenti anticorpi neutralizzanti sufficientemente “potenti”.
In tal caso il virus può persistere, selezionare varianti con vantaggio competitivo e diffondersi ulteriormente.
Quando un vaccino fornisce un'immunità del genere, riduce i rischi di contagio e malattia ma non li azzera, viene detto "leaky" ovvero “che perde”, “che gocciola”. In italiano è più semplice definirlo "imperfetto".
Un vaccino “imperfetto” in linea di principio ha vantaggi e svantaggi.
Abbiamo ormai ampie prove che tutti i vaccini di cui disponiamo sono vaccini “imperfetti”, che non bloccano il contagio e che al meglio attenuano la malattia.
UN VACCINO IMPERFETTO HA EFFETTI POSITIVI ED EFFETTI NEGATIVI
Quali sono le possibili conseguenze di vaccini “imperfetti”?
Non abbiamo purtroppo studi di rilievo nell’uomo.
Possiamo tuttavia prendere come riferimento ricerche realizzate negli allevamenti di polli, le cui caratteristiche permettono confronti di una certa utilità.
In questo contesto, uno studio del 2020 (https://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371/journal.pbio.3000619) mostra come anche un vaccino imperfetto abbia alcuni benefici,
dato che pare proteggere non solo i vaccinati bensì anche ridurre la carica virale, rendendo meno contagiosi pure i non vaccinati che siano stati contagiati dagli individui vaccinati. Un fenomeno del genere viene effettivamente proposto anche per gli attuali vaccini anti-covid19.
Un altro studio del 2015, medesimo contesto avicolo e medesimo virus (https://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371/journal.pbio.1002198), mostra tuttavia con chiarezza come un vaccino imperfetto promuova anche la selezione di varianti più aggressive.
In conclusione, i fenomeni alla base della diffusione di SARS-CoV-2 e dell’insorgenza di covid 19 sono complessi e ancora largamente da chiarire, e certo non sono semplificabili e semplicistici come un certo pubblico dibattito li vorrebbe.
Un altro studio del 2015, medesimo contesto avicolo e medesimo virus (https://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371/journal.pbio.1002198), mostra tuttavia con chiarezza come un vaccino imperfetto promuova anche la selezione di varianti più aggressive.
Su questi presupposti, è dunque del tutto plausibile che anche i vaccini anti-covid19 attualmente in uso abbiano benefici ma altrettanto che contribuiscano pure alla selezione di varianti, esattamente come probabilmente avviene in quegli individui guariti che abbiano però sviluppato un’immunità attiva ma non completa.
In conclusione, i fenomeni alla base della diffusione di SARS-CoV-2 e dell’insorgenza di covid 19 sono complessi e ancora largamente da chiarire, e certo non sono semplificabili e semplicistici come un certo pubblico dibattito li vorrebbe.
I vaccini sono armi importanti ma al tempo stesso non risolutive, utili per la protezione dei soggetti più vulnerabili ma il cui uso scriteriato potrebbe anche rivelarsi controproducente.
Covid19 può colpire anche vaccinati e guariti, e questa consapevolezza deve quanto prima far riflettere sull’esigenza di curare la malattia secondo le migliori esperienze oggi disponibili. Vaccini e cure non sono alternativi, bensì complementari: solo impiegando entrambi al meglio si potrà superare rapidamente l’attuale crisi.