Scienza e Umanesimo per una intelligenza collettiva - (sara gandini )







Più volte mi sono espressa 
contro l'obbligo vaccinale, 
mi sono anche esposta
pubblicamente 
su questo argomento.
 
Ho aperto conflitti con chi 
si pone 
nei confronti della scienza 
come se fosse una religione 
e adora il Dio vaccino 
come unica soluzione. 
"Non avrai altro Dio 
al di fuori di me", appunto.

Non credo che i bambini vadano vaccinati e condizionare l'apertura delle scuole ai vaccini ai giovani penso che sia un abominio.
So che i vaccini possono avere effetti collaterali. 
E sono convinta che puntare solo sulla strategia vaccinale e non risolvere gli ...
altri mille problemi a livello sanitario e di prevenzione sia sciocco e non risolverà nemmeno i problemi legati alla pandemia.

L'ho detto pubblicamente molte volte e continuerò a farlo per senso di responsabilità. 
Ma buttare discredito sugli scienziati, sui medici, sui ricercatori, senza fare 
distinguo, con messaggi non espliciti ma che alimentano atteggiamenti antiscientifici, novax, complottisti... non lo condivido.

In ambito scientifico, come in ambito politico, ci sono ricercatori che si sono esposti e che hanno portato senso critico sulla gestione della pandemia e l'hanno pagata in prima persona. Io sono una di queste e mi sono radicata alla necessità di onestà intellettuale perdendo amicizie, ritrovandomi spaesata da un punto di vista politico, orfana di una sinistra completamente disorientata, attaccata pesantemente da chi pensavo vicina e amica... 

Come me ci sono fior di ricercatori che hanno sempre dato valore al dubbio e che non credono che la medicina porti verità assolute. 
Ma proprio perché i numeri non sono neutri ma vanno interpretati con senso critico e in modo corretto, pensando ai giusti confronti, bisogna fare attenzione quando si alimentano dubbi sull'efficacia dei vaccini, su cui ci sono fior di studi. 
Se si sceglie il denominatore non corretto si possono trarre conclusioni opposte, come si è visto anche con i trend di chi accusava i bambini di essere gli untori con la variante inglese...
quindi dire che i numeri sono oggettivi è proprio sbagliato. 

La scienza non è neutra e il modo con cui presentiamo i numeri è fondamentale per mandare un messaggio piuttosto che un altro. 
Lo dovrebbero sapere i giornalisti come gli scienziati. Puntare su una narrazione che mette in dubbio l'efficacia dei vaccini nel ridurre la malattia da covid-19 è pericoloso, oltre che scorretto da un punto di vista scientifico. 

È una strategia che fa perdere credibilità e non aiuta a nessun livello, nemmeno di critica alla gestione della pandemia. 
I ragionamenti da fare sono più fini e dovrebbero partire dalla messa in discussione radicale della società in cui siamo, della gestione della sanità, del bisogno paternalista e moralista di controllo...

Scienziati con i sociologi, insieme ai matematici, insieme ai biologi, insieme agli artisti dovrebbero collaborare perché c'è bisogno di intelligenza collettiva, c'è bisogno di lavorare tutti insieme perché siamo di fronte ad un cambiamento epocale, che stravolge questo mondo e la pagheranno soprattutto le nuove generazioni. 

Dobbiamo avere il coraggio di ripensare tutto dalle basi, dobbiamo trovare il linguaggio e la postura giusta perché l'impresa è molto complessa e richiede pensiero critico collettivo, determinazione, approfondimenti, e le competenze di tutti.

Non si possono alimentare atteggiamenti antiscientifici perché si desidera criticare giustamente chi si inginocchia alla infallibilità della Scienza assunta a religione, perché si cade automaticamente nella posizione speculare. 
E non abbiamo bisogno dell'ennesima contrapposizione tra scienziati e umanisti.

Ci vuole ascolto e rispetto per chi porta senso critico, perché le radicalizzazioni e contrapposizioni di questo tipo, con l'individuazione dell'ennesimo nemico, non aiutano a pensare. So che spesso individuare un nemico sembra regalare esistenza simbolica ma questa è una postura sterile.

Stiamo consegnando alle nuove generazioni un paese allo sfascio e bisogna assumersi seriamente questa responsabilità, puntando sull'intelligenza collettiva, mettendosi in gioco personalmente con onestà intellettuale e grande ascolto verso chi la pensa diversamente. 

Non mi interessa chi punta su verità assolute o tratta chi non ha competenze scientifiche con condiscendenza e superiorità, ma pretendo rispetto per le competenze di tutti perché l'epidemiologia non è banale, come non lo è la sociologia o l'arte.

Non bastano tre punti su un grafico e una linea disegnata da un fisico per dichiarare le scuole pericolose, ma nemmeno tre numeri sui decessi confrontando due stagioni diverse per dichiarare i vaccini inutili. 
Se gli articoli scientifici sono complessi e non si hanno le competenze per comprenderli allora bisogna fidarsi, come io mi fido delle magnifiche esperte di storia dell'arte quando mi illustrano l'architettura di Milano e mi mostrano aspetti a cui non avevo mai badato prima...